Senj sta in riva ad un mare travestito da gigantesco lago. E’ il Velebitski Kanal, Canale del Velebit o delle Morlacche. Si tratta in realtà di un braccio del più vasto Golfo del Quarnaro, di un’azzurra, enorme culla coricata tra innumerevoli corpi geologici quasi spogli, a mostrare la roccia calcarea di cui sono fatti.
Gli ariosi e panoramici pascoli verso Vratnik sono luoghi che sanno farsi amare soprattutto per queste ampie e profonde visioni, mentre i cavalli, soltanto loro oramai, pascolano liberi come in un Far West. Quasi li invidiamo, perché sanno di poter usufruire in eterno di questa immensa e luminosa vetrina naturale.
Altri orizzonti abbiamo da affrontare dentro al cuore del Velebit, pedalando a sud verso Oltari, sul palcoscenico marino accanto alla grande sagoma di Krk, gocce galleggianti, composte da quasi pura calcite, si procurano un ruolo da protagoniste: Otok Orvić, Goli Otok (Isola Nuda, carcere che Tito riservava ai troppo comunisti, ai simpatizzanti di Stalin), Otok Sveti Grgur. Ancor più a meridione da quell’azzurro emergono altre scie albine di carbonato di calcio: Rab, e persino una punta di Pag, assomigliano a coccodrilli in vacanza…
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